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“Il ritorno del lògos nel personalismo di Stefanini: un confronto con la lectio di Ratisbona”
A cura di Flavia Silli, Pontificia Università Lateranense
Questo contributo, che si inserisce nel ciclo di conferenze sul tema “Persona, religioni, Europa” ha assunto una chiara configurazione nella mia mente a partire da una lettura filosofica – o per meglio dire epistemologica – della lectio magistralis di Benedetto XVI nota come discorso di Ratisbona, pronunciata durante l’incontro con i rappresentanti della scienza nel viaggio apostolico del 2006. L’appello a schiudere l’ampiezza della ragione, per non restare incagliati nelle secche delle varie forme di riduttivismo secolarista che si esprimono nell’assolutizzazione di un modello di razionalità che respinge l’istanza religiosa e metafisica nell’ambito delle sotto-culture, mi ha richiamato potentemente alla memoria le considerazioni di Stefanini sull’esito dell’umanesimo titanico che aveva preteso di stringere nell’atto della soggettività trascendentale, il senso totale dell’essere e le ragioni della vita, aprendo la strada al naufragio della ragione nelle filosofie esistenzialistiche. A partire dunque da un focus sulla seconda parte della lectio, contraddistinto dall’excursus sulle fasi storiche di progressivo restringimento dell’ampio significato del lògos greco, “fecondato” dall’incontro con la sapienza giudaico-cristiana, valorizzerò l’ermeneutica personalista della ragione, ricavabile soprattutto dagli scritti di Stefanini degli anni cinquanta. Dopo una ricognizione panoramica delle tappe più significative del percorso di maturazione del personalismo, evidenzierò le caratteristiche più rilevanti della logofilìa di Stefanini, come via alternativa sia all’intellettualismo astratto e trascendentalistico, sia al positivismo anti-metafisico, sia all’irrazionalismo ateo e fideistico delle filosofie esistenzialistiche. L’intento che perseguirò è mostrare proprio l’originalità dell’iter intrapreso da Stefanini che intravide precocemente l’urgenza di ancorare saldamente il lògos all’actus essendi della persona, in un’interpretazione capace di riconoscere la consustanzialità del verbum e dell’essere nella persona e nella ferma convinzione che nessun valore si regge nell’essere se non ha origine, termine e misura nella persona.
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